4. Lo Spirito Santo nel Nuovo Testamento


Siamo partiti dai sette doni dello Spirito Santo, perché è lo stesso rito della Confermazione a citare il testo del profeta Isaia che abbiamo preso in esame.
Siamo partiti dalla formula della Confermazione. Il vescovo, dopo aver invitato l’assemblea a pregare, impone le mani sui cresimandi e fa questa preghiera:

“Dio Onnipotente, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che hai generato questi tuoi figli dall’acqua e dallo Spirito Santo, liberandoli dal peccato, infondi in loro il tuo Santo Spirito Paraclito, Spirito di Sapienza e di Intelletto, Spirito di Consiglio e di Fortezza, Spirito di Scienza e di Pietà, e riempili dello Spirito del tuo Santo timore. Per Cristo nostro Signore”.


Lo Spirito Santo Paraclito

Questa definizione viene dal Vg di Gv.
Vedremo quali sono i dati che possiamo avere sullo Spirito Santo, secondo il Nuovo Testamento. Per fare questo vedremo in particolare un testo di Gv.
Dobbiamo vedere come opera lo Spirito Santo, entreremo un pochino nella sua attività.

Lo Spirito Santo è una Persona. Dovremo capire, Chi è lo Spirito Santo? Cosa opera in noi? Come porta a compimento l’opera di Gesù Cristo? Come porta in noi la grazia del Padre?

Vediamo alcune cose fondamentali.
Viene descritto attraverso dei simboli.
Viene presentato ad es. sotto forma di colomba. Lo Spirito Santo scende sotto forma di colomba.
La colomba è un animale da non confondere con i piccioni.
La colomba è un animale gentile, rispettoso e timido. Un animale che si allontana facilmente.
La troviamo presente al tempo dell’arca di Noè, quando porta il ramoscello d’ulivo, segno che c’è terra emersa.
La colomba compare su Gesù Cristo. Lo Spirito Santo compare sotto forma di colomba. Per cui c’è un aspetto di gentilezza, un’evocazione di pace.
Ma contemporaneamente lo Spirito Santo viene presentato con l’immagine del Fuoco. Immagine di forza, di potenza.

Quindi abbiamo da una parte un’immagine gentile e timida (colomba), dall’altra un’immagine di forza e potenza (Fuoco), lo Spirito Santo è un Fuoco gagliardo che si abbatte sulla casa nel giorno di Pentecoste e che scuote tutto e cambia tutto.

Che cos’è l’uno o l’altro? È l’uno e l’altro.
Lo Spirito Santo è gentile, non si impone. Ma quando gli apriamo la porta è fuoco. quando lo lasciamo entrare e agire, lo Spirito Santo è potente, è gagliardo, agisce con forza (ma non secondo violenza, sempre rispettando la libertà).
Lo Spirito Santo è Colomba e Fuoco insieme.


Paràcletos 

Che cosa vuoldire?
Paràcletos viene da parà-kalèo:
                                                     qualcuno che è chiamato vicino.
parà = appressarsi, essere vicini      Se dobbiamo tradurre in lat. è
kalèo = chiamare                             ad-vocatus: avvocato: il vocato
                                                                                              presso di sè

Il Parà-kalèo. Perché questo è il termine dello Spirito Santo?

Lc 12: Quando vi presenterete ai tribunali e alle sinagoghe, non preoccupatevi in quel momento di come discolparvi o di cosa dire, perché lo Spirito Santo in quel momento vi dirà che cosa dovrete dire.
Lo Spirito Santo ha per l’appunto questa funzione.
Dobbiamo aver presente la giurisprudenza ebraica del tempo e anche il modo romano di portare avanti il processo.

Come avveniva il processo?
Oggi il processo anzitutto è portato avanti dai tecnici, gli avvocati, che capiscono tutti i cavilli e le difficoltà procedurali proprie di un processo.
Invece al tempo era l’imputato non aveva normalmente un avvocato che lo difendesse, era lui che doveva saper rispondere e doveva sapersi difendere dalle accuse che gli venivano mosse.
Se poteva permetterselo chiamava presso di sé un esperto: l’ad-vocatus, il paràcletos, colui che gli si poneva accanto, vicino all’orecchio e gli dava le imbeccate giuste per rispondere alle domande per affrontare il processo.

Per questo il Vg di Lc dice questo. Lo Spirito Santo è un Paràcletos, Colui che ci suggerisce come rispondere alla vita, come rispondere a quelle domande che la vita ci fa / a quel processo costante che è l’esistenza.
È interessante: non risponde Lui per noi. Non ci agisce. Ci consiglia come agire. È un Consigliere meraviglioso. Consigliere perfetto viene definito. Colui che ci dice cosa fare. Infatti è chiamato anche Consolatore: Colui che sta con il solo. Colui che fa sì che il solo non sia solo. È il Consolatore. Colui che lo aiuta ad affrontare non da solo la realtà.
Lo Spirito Santo, quindi, è Colui che ci dà intuizioni, ci dà consigli su come rispondere alla vita e alle sue difficoltà.

L’Ad-vocatus si poneva fisicamente accanto alla persona da difendere. È interessante notare che al momento della cresima, davanti al vescovo il cresimando compare con accanto il padrino, che sta proprio al suo fianco. Le due azioni non sono sovrapponibili, ma un pochino ricorda il fatto che lo Spirito Santo poi si servirà anche di persone, si servirà anche dei maestri nella fede, che il padrino rappresenta.

Come svolge lo Spirito Santo questo ministero?

Gv 14:
quando Gesù sta dando le ultime consegne ai suoi discepoli all’ultima cena, a un certo punto, al v. 26 dice: “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.

Qui è chiamato il Consolatore (para,klhtoj), Colui che è chiamato da presso, Colui che sta con il solo.
Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome. È coinvolto il Padre, è coinvolto il Figlio. Non è un atto privato dello Spirito Santo.
Quando lo Spirito Santo parla a noi, ci parla del Padre, e ci parla del Figlio, e ci parla della loro volontà.

Ma Egli cosa farà? Per fare il nostro avvocato difensore, per aiutarci: “Egli ci insegnerà ogni cosa”.
Insegnare
Insegnare vuoldire scrivere dentro.
In–segnare: qualcuno che metterà dentro di noi qualche cosa di importante.
Ma ci insegnerà che cosa? Qual è la sua materia? È insegnante di che cosa? Da un insegnante di italiano ci aspettiamo qualcosa di diverso rispetto a un insegnante di matematica.
Entra l’insegnante Spirito Santo. E Lui insegna ogni cosa.

“Ogni cosa”.
Vuoi questo insegnante? Sì, ma cosa mi deve insegnare? Tutto. Come tutto? Uno resta un pochettino interdetto.
C’è un  problema che hanno gli insegnanti. Chi insegna sa che se c’è una cosa molto difficile è cercare di insegnare a quelli che credono già di sapere. Molto spesso i principianti autodidatti sono quelli che non crescono più nel loro apprendimento, perché si sono fatti il loro sistema. Oppure hanno degli errori di impostazione, cioè le basi che non vanno tanto bene. È più facile insegnare a chi non sa che a chi crede di sapere. Però sono convinti così. Già lo sanno. Molto difficile dirgli qualcosa di nuovo.
Ecco, questo allievo saccente siamo un po’ tutti noi.

Lo Spirito Santo deve insegnare ogni cosa: qualcosa di nuovo.
La vita nuova, la vita da figlio di Dio, non è qualcosa che si sa, si impara, sempre, d’accapo, ogni giorno. “Ma me l’hai spiegato ieri”. “Ma oggi te lo devo rispiegare”. Ogni giorno ascoltiamo la Parola di Dio.
“Ma mi devi spiegare ogni cosa? Ma mi devi insegnare a mangiare?” - “Certo ti devo insegnare anche a mangiare”. “ma che mi devi insegnare a camminare?” - “Sì. A camminare”. “A parlare?” - “A parlare”. “A vestirmi?” –“A vestirti”. “Ma mica mi vorrai insegnare a scrivere?”. “Ma certamente!”

Ma certo che lo Spirito Santo ci deve insegnare ogni cosa.
Perché c’è chi facendo le cose fa di testa sua e c’è chi facendo le cose sta obbedendo allo Spirito. Sta facendosi insegnare da Lui come fare. Noi abbiamo bisogno di lasciarci insegnare tutto. Ogni cristiano, dai pastori che conducono la Chiesa ai bambini che stanno imparando la fede, devono imparare a vivere da discepoli.

Vivere da discepolo questa giornata. È una giornata meravigliosa se io vivo da discepolo dello Spirito Santo.
Vivere da discepoli e non da maestri.
Il nostro Maestro è il Signore nostro Gesù Cristo. Il nostro Maestro diventa lo Spirito Santo che Gesù Cristo ci manda. E che secondo intuizioni, secondo grazie, secondo le persone che ci mette accanto, secondo le persone che ci manda di passaggio apposta per parlarci, secondo luci che mette nella sua Chiesa, nei maestri che ci conducono, nella tradizione cristiana, nella Sacra Scrittura, nella forza dei sacramenti, continuamente ha il compito di insegnarci a vivere d’accapo.
Se noi ci sclerotizziamo di fronte alle cose. Se stiamo di fronte al matrimonio, di fronte alle amicizie, di fronte ai colleghi di lavoro, di fronte ai compiti che abbiamo nel mondo, di fronte alle relazioni che abbiamo di ogni tipo, pensando di avere già capito tutto, che tutto quello che facciamo noi è logico, è giusto, il Consolatore non ha niente a che fare con noi. Quando le persone non imparano ormai più nulla di nuovo, quando il loro procedimento è oramai lo stesso e non si modifica più, è segno che non c’è spirito di Ascolto, che non hanno imparato veramente a  dialogare con Dio. Quando le persone stanno male sempre degli stessi mali. Sono fissate sempre delle stesse fissazioni che avevano un anno fa, e 10 anni fa e 20 anni fa. Superbia. Chiusura nel mondo della propria testa orgogliosa. Perché lo Spirito Santo ci insegna le cose in mille modi. Chi non impara più, chi continua a fare le cose maldestramente da una vita. Chi non si fa dire nulla da nessuno. Chi non si fa dire nulla dalla realtà.

Noi andiamo avanti secondo un nostro schema prefabbricato, che peraltro non tiene conto della natura cangiante della realtà.

Lo Spirito Santo ci deve insegnare ogni cosa. Ogni istante della nostra vita. Tutto va appreso.
Qui si richiede umiltà.
Lo Spirito Santo non si impone. Si richiede la disponibilità ad apprendere da capo la vita, a fare le cose diversamente da come le abbiamo sempre fatte.
Questa è la scuola dello Spirito Santo. Il suo stile di insegnamento. La vita tutta: i banchi di scuola dove ogni giorno dobbiamo sederci.

Insegna ogni cosa
Soprattutto dovremmo lasciarci istruire su ciò in cui non ci facciamo mettere in discussione, ciò che non vogliamo imparare. Ci chiede un atteggiamento di malleabilità, di apertura continua a quella che è la novità della storia, della Provvidenza che Dio opera verso di noi.

Ma ciò che ha da insegnarci a soprattutto uno specifico. Ha un suo campo ben preciso:


“Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.

“Tutto ciò che io vi ho detto”, cioè le parole di Cristo.
Avere la Parola di Cristo nel cuore. Ricordare ciò che la Parola di Dio ci dice. Ciò che Cristo ha detto concretamente ai discepoli è quello che dice concretamente a noi. Perché c’è stata quella volta in cui è stata più vicina al nostro cuore una Parola di Dio. E quella Parola ci ha illuminato, ci ha aiutato. È stata una Parola rivolta proprio a noi. E certe volte questa parola la dimentichiamo.

È interessante che il verbo che qui Gv usa non è semplicemente quello usato per dire ricordare, ma un verbo un po’ complicato.
u`pomimnh,|skw ha una composizione per cui indica un atto di cambiamento della memoria.
Cioè lo Spirito Santo, sotto questo punto di vista, agisce lavorando sulla nostra memoria, cambiando la nostra memoria.

Dobbiamo ragionare un po’ su che cosa è la nostra memoria.


La nostra memoria è quel complesso di esperienze e di conoscenze che riteniamo in noi e che definisce la nostra personalità

La memoria non è semplicemente un database dove stanno depositate le cose che ci sono successe.
La memoria è affettiva. La memoria è selettiva. Ci ricordiamo alcune cose e altre cose le rimuoviamo dalla coscienza, però rimangono dentro lo stesso. E hanno tante volte più influenza di quelle che ricordiamo e riconosciamo.
I sensi che percepiscono i fatti non sono oggettivi, non sono un nastro magnetico che prende tutto. Sono una ricezione selettiva e molto personalizzata. Anche se in realtà molte cose entrano in noi anche senza il nostro consenso. Sono tutte quelle esperienze fatte in età in cui non c’era spirito critico, per cui non ci sono difese. Sono quelle cose che passano in modo subliminale, cioè quelle che i nostri sensi non riescono a cogliere perché hanno una frequenza diversa.

Ci sono tante cose che non vediamo. Noi vediamo veramente solo ciò che cerchiamo, ciò di cui ci preoccupiamo. Vediamo da lontano ciò che temiamo e subito lo fuggiamo.
Ascoltiamo ciò che abbiamo a cuore.

Comunque nella memoria c’è una forte connotazione affettiva. Conoscere di cuore è l’espressione inglese per dire cos’è la memoria. È interessante, perché la nostra memoria ci identifica. Infatti noi esprimiamo attraverso il nostro essere e la nostra personalità quello che abbiamo ritenuto di importante, quello che abbiamo selezionato e conservato, quello che abbiamo accolto, quello a cui abbiamo dato il nostro assenso.
Tutta una serie di priorità che abbiamo ritenuto dentro di noi, di indicazioni, che ci danno oggi tutta una serie di esigenze, tutto un modo di essere, un mondo cognitivo, il modo oggi di leggere la storia, di guardare ai fatti, di interpretare la vita, di ragionare.

Noi abbiamo una storia. Si vede subito se una persona viene da una famiglia numerosa / se è figlio unico / se viene da una storia di solitudine / se il padre era assente / se era dispotico / se la madre era possessiva / viene da una storia di incertezza / viene da una storia di competizione affettiva / se il padre era fortemente giudicativo, … perché uno ha ritenuto certi fatti. E oggi vive, si relaziona, si comporta, pensa, in base a tutto questo.

Noi leggiamo il presente, ci poniamo rispetto al passato e al futuro, secondo una serie di domande che portiamo dentro. Perché abbiamo una memoria. Perché abbiamo letto in un certo modo gli avvenimenti della nostra vita.

Cambiare una persona come si fa?
Cambiare una persona bisogna cambiarle il cuore.
Come fa una persona a cambiare il suo cuore?
Deve cambiare memoria

Deve essere resettata la sua lettura del passato.
Propriamente questo significa questo verbo.

Ricordare le parole di Cristo che hanno la capacità di cambiare in noi la nostra lettura del nostro passato.

Adesso debbo fare un’affermazione paradossale:


Lo Spirito Santo ha la capacità di cambiare il nostro passato

Uno dice: “Ma come si può dire questo. Il nostro passato è quello che è”.
Non è vero per niente. Il nostro passato non è quello che noi leggiamo. Il nostro passato non è tale e quale a come noi lo vediamo. Noi abbiamo una lettura molto parziale del nostro passato. È la nostra lettura. È la nostra interpretazione.

Ad es. leggiamo nei personaggi del nostro passato tante cose che in realtà non sono tutte o non sono così. Ci mancano tanti elementi.
Tante volte anche molto banalmente succede che uno crescendo si rende conto di tante cose che ha vissuto. facendo il padre, vivendo il ruolo da quest’altra parte, magari cambiano certi giudizi nei confronti dei propri genitori. Per cui uno si calma rispetto a certe rabbie avute nei confronti dei propri genitori o dei propri educatori, e si rende conto che certe cose erano necessarie, e che è stato un bene che ci siano state, e comincia a ringraziare il cielo.
E legge quella che aveva visto come una durezza, invece come una paternità, come una presenza, come una cura.
E quella che era stata vista come una apertura, magari come un menefreghismo, una mancanza di senso di responsabilità, espresso attraverso un lassismo bonario, una licenza data perché non ci si sporcavano le mani.

Cambiare la memoria. Lo Spirito Santo ha la capacità di cambiare la nostra lettura del passato.
E come umanamente succede che uno ogni tanto resetta la lettura di certi fatti, lo Spirito Santo può togliere dal fondo del nostro essere certi punti neri che ci portiamo dentro / certe macchie che portiamo nella nostra anima / la lettura disperata di certi fatti, aprendoci la luce dell’amore di Dio, riconciliandoci con certi errori fatti e aprendoci al perdono verso gli errori altrui.
Far ricordare qualcosa che è diverso, far comparire l’altro alla nostra memoria cogliendo sfumature e verità che uno non aveva visto nella propria esperienza.

È la riconciliazione con la propria storia, che non è ingoiare un fatto a forza perché uno lo deve accettare, ma finalmente leggerlo secondo la prospettiva più ricca e più autentica della Provvidenza di Dio, finalmente leggerlo con nuovi parametri, con nuovi occhi, con nuovo cuore, e scoprire che tutto è grazia. E scoprire che anche le cose che avevamo rifiutato della nostra vita sono potenzialità. E scoprire che c’è Qualcun Altro che stava operando nella nostra vita, che dietro a ciò che ci capitava c’era una regia di amore. E resettare la nostra memoria.

Di quello che abbiamo detto ognuno dovrebbe trovare la sua personalizzazione, che va fatta nella preghiera, nel dialogo, nella direzione spirituale, nel cammino di fede.
Dovete scegliere di andare avanti con qualche cosa che dà un cammino di novità, di cambiamento, di evoluzione della vostra persona.

Nessuno può veramente lasciarsi lavorare dallo Spirito Santo, finché non comincia seriamente a mettere in discussione la propria lettura del passato, a contestare le assolutizzazioni che ha di sé, degli altri, della propria infanzia, di come la vita è andata avanti.

Lo Spirito Santo ha molto da insegnarci a proposito di quello che ci è successo. Uno dei suoi compiti fondamentali è venire a resettare la nostra lettura del passato, il modo in cui le cose, i fatti, le persone, ci vivono dentro, a modificare in positivo la percezione che abbiamo di noi stessi. A cambiarci come persone, a farci diventare quello che siamo realmente.

Quando cominciamo a leggere il nostro passato in modo diverso, cambiamo, siamo diversi, siamo persone riconciliate.

Lo Spirito Santo conduce la nostra vita, secondo una novità, una bellezza, un buon fine, una gioia, inaudite, che abbiamo da scoprire.

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