Siamo
partiti dai sette doni dello Spirito Santo, perché è lo stesso rito della
Confermazione a citare il testo del profeta Isaia che abbiamo preso in esame.
Siamo
partiti dalla formula della Confermazione.
Il vescovo, dopo aver invitato l’assemblea a pregare, impone le mani sui
cresimandi e fa questa preghiera:
“Dio
Onnipotente, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che hai generato questi tuoi
figli dall’acqua e dallo Spirito Santo, liberandoli dal peccato, infondi in
loro il tuo Santo Spirito Paraclito, Spirito di Sapienza e di
Intelletto, Spirito di Consiglio e di Fortezza, Spirito di Scienza e di Pietà,
e riempili dello Spirito del tuo Santo timore. Per Cristo nostro Signore”.
Questa
definizione viene dal Vg di Gv.
Vedremo
quali sono i dati che possiamo avere sullo Spirito Santo, secondo il Nuovo
Testamento. Per fare questo vedremo in particolare un testo di Gv.
Dobbiamo
vedere come opera lo Spirito Santo, entreremo un pochino nella sua attività.
Lo
Spirito Santo è una Persona. Dovremo capire, Chi è lo Spirito Santo?
Cosa opera in noi? Come porta a compimento l’opera di Gesù Cristo? Come porta
in noi la grazia del Padre?
Vediamo alcune
cose fondamentali.
Viene descritto
attraverso dei simboli.
Viene
presentato ad es. sotto forma di colomba. Lo Spirito Santo scende sotto
forma di colomba.
La
colomba è un animale da non confondere con i piccioni.
La
colomba è un animale gentile, rispettoso e timido. Un animale che si allontana
facilmente.
La
troviamo presente al tempo dell’arca di Noè, quando porta il ramoscello
d’ulivo, segno che c’è terra emersa.
La
colomba compare su Gesù Cristo. Lo Spirito Santo compare sotto forma di
colomba. Per cui c’è un aspetto di gentilezza, un’evocazione di pace.
Ma
contemporaneamente lo Spirito Santo viene presentato con l’immagine del Fuoco.
Immagine di forza, di potenza.
Quindi
abbiamo da una parte un’immagine gentile e timida (colomba), dall’altra
un’immagine di forza e potenza (Fuoco), lo Spirito Santo è un Fuoco gagliardo
che si abbatte sulla casa nel giorno di Pentecoste e che scuote tutto e cambia
tutto.
Che
cos’è l’uno o l’altro? È l’uno e l’altro.
Lo
Spirito Santo è gentile, non si impone. Ma quando gli apriamo la porta è fuoco.
quando lo lasciamo entrare e agire, lo Spirito Santo è potente, è gagliardo,
agisce con forza (ma non secondo violenza, sempre rispettando la libertà).
Lo
Spirito Santo è Colomba e Fuoco insieme.
Che
cosa vuoldire?
Paràcletos viene da parà-kalèo:

parà =
appressarsi, essere vicini Se
dobbiamo tradurre in lat. è
kalèo = chiamare ad-vocatus: avvocato: il vocato
presso di sè
Il Parà-kalèo. Perché questo è il termine
dello Spirito Santo?
Lc 12: Quando vi presenterete ai tribunali e
alle sinagoghe, non preoccupatevi in quel momento di come discolparvi o di cosa
dire, perché lo Spirito Santo in quel momento vi dirà che cosa dovrete dire.
Lo Spirito Santo ha per l’appunto questa funzione.
Dobbiamo aver
presente la giurisprudenza ebraica del tempo e anche il modo romano di
portare avanti il processo.
Come
avveniva il processo?
Oggi
il processo anzitutto è portato avanti dai tecnici, gli avvocati, che capiscono
tutti i cavilli e le difficoltà procedurali proprie di un processo.
Invece
al tempo era l’imputato non aveva normalmente un avvocato che lo difendesse,
era lui che doveva saper rispondere e doveva sapersi difendere dalle accuse che
gli venivano mosse.
Se
poteva permetterselo chiamava presso di sé un esperto: l’ad-vocatus, il paràcletos,
colui che gli si poneva accanto, vicino all’orecchio e gli dava le
imbeccate giuste per rispondere alle domande per affrontare il processo.
Per
questo il Vg di Lc dice questo. Lo Spirito Santo è un Paràcletos, Colui che ci suggerisce come rispondere alla vita, come
rispondere a quelle domande che la vita ci fa / a quel processo costante che è
l’esistenza.
È
interessante: non risponde Lui per noi. Non ci agisce. Ci consiglia come agire.
È un Consigliere meraviglioso. Consigliere perfetto viene definito.
Colui che ci dice cosa fare. Infatti è chiamato anche Consolatore: Colui che sta con il solo. Colui che fa sì che il solo
non sia solo. È il Consolatore. Colui
che lo aiuta ad affrontare non da solo la realtà.
Lo
Spirito Santo, quindi, è Colui che ci dà intuizioni, ci dà consigli su come
rispondere alla vita e alle sue difficoltà.
L’Ad-vocatus si poneva fisicamente accanto
alla persona da difendere. È interessante notare che al momento della cresima,
davanti al vescovo il cresimando compare con accanto il padrino, che sta
proprio al suo fianco. Le due azioni non sono sovrapponibili, ma un pochino
ricorda il fatto che lo Spirito Santo poi si servirà anche di persone, si
servirà anche dei maestri nella fede, che il padrino rappresenta.
Come svolge
lo Spirito Santo questo ministero?
Gv
14:
quando Gesù sta dando le ultime consegne ai suoi
discepoli all’ultima cena, a un certo punto, al v. 26 dice: “Ma il Consolatore,
lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa
e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.
Qui
è chiamato il Consolatore (para,klhtoj), Colui che è chiamato da presso, Colui
che sta con il solo.
Lo
Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome. È coinvolto il Padre, è
coinvolto il Figlio. Non è un atto privato dello Spirito Santo.
Quando
lo Spirito Santo parla a noi, ci parla del Padre, e ci parla del Figlio, e ci
parla della loro volontà.
Ma
Egli cosa farà? Per fare il nostro avvocato difensore, per aiutarci: “Egli
ci insegnerà ogni cosa”.
Insegnare
Insegnare
vuoldire scrivere dentro.
In–segnare: qualcuno che metterà dentro
di noi qualche cosa di importante.
Ma
ci insegnerà che cosa? Qual è la sua materia? È insegnante di che cosa? Da un
insegnante di italiano ci aspettiamo qualcosa di diverso rispetto a un
insegnante di matematica.
Entra
l’insegnante Spirito Santo. E Lui insegna ogni cosa.
“Ogni cosa”.
Vuoi
questo insegnante? Sì, ma cosa mi deve insegnare? Tutto. Come tutto? Uno resta
un pochettino interdetto.
C’è
un problema che hanno gli insegnanti.
Chi insegna sa che se c’è una cosa molto difficile è cercare di insegnare a
quelli che credono già di sapere. Molto spesso i principianti autodidatti
sono quelli che non crescono più nel loro apprendimento, perché si sono fatti
il loro sistema. Oppure hanno degli errori di impostazione, cioè le basi che
non vanno tanto bene. È più facile insegnare a chi non sa che a chi crede di
sapere. Però sono convinti così. Già lo sanno. Molto difficile dirgli qualcosa
di nuovo.
Ecco,
questo allievo saccente siamo un po’ tutti noi.
Lo
Spirito Santo deve insegnare ogni cosa: qualcosa di nuovo.
La
vita nuova, la vita da figlio di Dio, non è qualcosa che si sa, si impara, sempre,
d’accapo, ogni giorno. “Ma me l’hai spiegato ieri”. “Ma oggi te lo devo
rispiegare”. Ogni giorno ascoltiamo la Parola di Dio.
“Ma
mi devi spiegare ogni cosa? Ma mi devi insegnare a mangiare?” - “Certo
ti devo insegnare anche a mangiare”. “ma che mi devi insegnare a camminare?”
- “Sì. A camminare”. “A parlare?” - “A parlare”. “A vestirmi?” –“A
vestirti”. “Ma mica mi vorrai insegnare a scrivere?”. “Ma certamente!”
Ma
certo che lo Spirito Santo ci deve insegnare ogni cosa.
Perché
c’è chi facendo le cose fa di testa sua e c’è chi facendo le cose sta obbedendo
allo Spirito. Sta facendosi insegnare da Lui come fare. Noi abbiamo bisogno di
lasciarci insegnare tutto. Ogni cristiano, dai pastori che conducono la Chiesa
ai bambini che stanno imparando la fede, devono imparare a vivere da discepoli.
Vivere
da discepolo questa giornata. È una giornata meravigliosa se io vivo da
discepolo dello Spirito Santo.
Vivere
da discepoli e non da maestri.
Il
nostro Maestro è il Signore nostro Gesù Cristo. Il nostro Maestro diventa lo
Spirito Santo che Gesù Cristo ci manda. E che secondo intuizioni, secondo
grazie, secondo le persone che ci mette accanto, secondo le persone che ci
manda di passaggio apposta per parlarci, secondo luci che mette nella sua
Chiesa, nei maestri che ci conducono, nella tradizione cristiana, nella Sacra
Scrittura, nella forza dei sacramenti, continuamente ha il compito di
insegnarci a vivere d’accapo.
Se
noi ci sclerotizziamo di fronte alle cose. Se stiamo di fronte al matrimonio,
di fronte alle amicizie, di fronte ai colleghi di lavoro, di fronte ai compiti
che abbiamo nel mondo, di fronte alle relazioni che abbiamo di ogni tipo,
pensando di avere già capito tutto, che tutto quello che facciamo noi è logico,
è giusto, il Consolatore non ha niente a che fare con noi. Quando le persone non
imparano ormai più nulla di nuovo, quando il loro procedimento è oramai lo
stesso e non si modifica più, è segno che non c’è spirito di Ascolto, che non
hanno imparato veramente a dialogare con
Dio. Quando le persone stanno male sempre degli stessi mali. Sono fissate
sempre delle stesse fissazioni che avevano un anno fa, e 10 anni fa e 20 anni
fa. Superbia. Chiusura nel mondo della propria testa orgogliosa. Perché lo
Spirito Santo ci insegna le cose in mille modi. Chi non impara più, chi
continua a fare le cose maldestramente da una vita. Chi non si fa dire nulla da
nessuno. Chi non si fa dire nulla dalla realtà.
Noi
andiamo avanti secondo un nostro schema prefabbricato, che peraltro non tiene
conto della natura cangiante della realtà.
Lo
Spirito Santo ci deve insegnare ogni cosa. Ogni istante della nostra vita.
Tutto va appreso.
Qui
si richiede umiltà.
Lo
Spirito Santo non si impone. Si richiede la disponibilità ad apprendere da
capo la vita, a fare le cose diversamente da come le abbiamo sempre fatte.
Questa
è la scuola dello Spirito Santo. Il suo stile di insegnamento. La vita tutta: i
banchi di scuola dove ogni giorno dobbiamo sederci.
Insegna ogni
cosa
Soprattutto
dovremmo lasciarci istruire su ciò in cui non ci facciamo mettere in
discussione, ciò che non vogliamo imparare. Ci chiede un atteggiamento di
malleabilità, di apertura continua a quella che è la novità della storia, della
Provvidenza che Dio opera verso di noi.
Ma
ciò che ha da insegnarci a soprattutto uno specifico. Ha un suo campo ben
preciso:
“Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto
ciò che io vi ho detto”.
“Tutto ciò che
io vi ho detto”, cioè le parole di Cristo.
Avere
la Parola di Cristo nel cuore. Ricordare ciò che la Parola di Dio ci dice. Ciò
che Cristo ha detto concretamente ai discepoli è quello che dice concretamente
a noi. Perché c’è stata quella volta in cui è stata più vicina al nostro cuore
una Parola di Dio. E quella Parola ci ha illuminato, ci ha aiutato. È stata una
Parola rivolta proprio a noi. E certe volte questa parola la dimentichiamo.
È
interessante che il verbo che qui Gv usa non è semplicemente quello usato per
dire ricordare, ma un verbo un po’
complicato.
u`pomimnh,|skw ha una composizione per cui
indica un atto di cambiamento della memoria.
Cioè lo Spirito Santo, sotto
questo punto di vista, agisce lavorando sulla nostra memoria, cambiando la
nostra memoria.
Dobbiamo ragionare un po’ su che
cosa è la nostra memoria.
La
memoria non è semplicemente un database
dove stanno depositate le cose che ci sono successe.
La
memoria è affettiva. La memoria è selettiva. Ci ricordiamo alcune cose e altre
cose le rimuoviamo dalla coscienza, però rimangono dentro lo stesso. E hanno
tante volte più influenza di quelle che ricordiamo e riconosciamo.
I
sensi che percepiscono i fatti non sono oggettivi, non sono un nastro magnetico
che prende tutto. Sono una ricezione selettiva e molto personalizzata. Anche se
in realtà molte cose entrano in noi anche senza il nostro consenso. Sono tutte
quelle esperienze fatte in età in cui non c’era spirito critico, per cui non ci
sono difese. Sono quelle cose che passano in modo subliminale, cioè quelle che
i nostri sensi non riescono a cogliere perché hanno una frequenza diversa.
Ci
sono tante cose che non vediamo. Noi vediamo veramente solo ciò che cerchiamo,
ciò di cui ci preoccupiamo. Vediamo da lontano ciò che temiamo e subito lo
fuggiamo.
Ascoltiamo
ciò che abbiamo a cuore.
Comunque
nella memoria c’è una forte connotazione affettiva. Conoscere di cuore è l’espressione inglese per dire cos’è la
memoria. È interessante, perché la nostra memoria ci identifica. Infatti noi
esprimiamo attraverso il nostro essere e la nostra personalità quello che
abbiamo ritenuto di importante, quello che abbiamo selezionato e conservato,
quello che abbiamo accolto, quello a cui abbiamo dato il nostro assenso.
Tutta
una serie di priorità che abbiamo ritenuto dentro di noi, di indicazioni, che
ci danno oggi tutta una serie di esigenze, tutto un modo di essere, un mondo
cognitivo, il modo oggi di leggere la storia, di guardare ai fatti, di
interpretare la vita, di ragionare.
Noi
abbiamo una storia. Si vede subito se una persona viene da una famiglia
numerosa / se è figlio unico / se viene da una storia di solitudine / se il
padre era assente / se era dispotico / se la madre era possessiva / viene da una
storia di incertezza / viene da una storia di competizione affettiva / se il
padre era fortemente giudicativo, … perché uno ha ritenuto certi fatti. E oggi
vive, si relaziona, si comporta, pensa, in base a tutto questo.
Noi
leggiamo il presente, ci poniamo rispetto al passato e al futuro, secondo una
serie di domande che portiamo dentro. Perché abbiamo una memoria. Perché
abbiamo letto in un certo modo gli avvenimenti della nostra vita.
Cambiare una persona bisogna cambiarle il cuore.
Come
fa una persona a cambiare il suo cuore?
Deve cambiare memoria
Deve
essere resettata la sua lettura del passato.
Propriamente
questo significa questo verbo.
Ricordare
le parole di Cristo che hanno la capacità di cambiare in noi la nostra lettura
del nostro passato.
Adesso debbo
fare un’affermazione paradossale:
Lo Spirito Santo ha la capacità di cambiare il nostro passato
Uno
dice: “Ma come si può dire questo. Il nostro passato è quello che è”.
Non
è vero per niente. Il nostro passato non è quello che noi leggiamo. Il nostro
passato non è tale e quale a come noi lo vediamo. Noi abbiamo una lettura molto
parziale del nostro passato. È la nostra lettura. È la nostra interpretazione.
Ad
es. leggiamo nei personaggi del nostro passato tante cose che in realtà non
sono tutte o non sono così. Ci mancano tanti elementi.
Tante
volte anche molto banalmente succede che uno crescendo si rende conto di tante
cose che ha vissuto. facendo il padre, vivendo il ruolo da quest’altra parte,
magari cambiano certi giudizi nei confronti dei propri genitori. Per cui uno si
calma rispetto a certe rabbie avute nei confronti dei propri genitori o dei
propri educatori, e si rende conto che certe cose erano necessarie, e che è
stato un bene che ci siano state, e comincia a ringraziare il cielo.
E
legge quella che aveva visto come una durezza, invece come una paternità, come
una presenza, come una cura.
E
quella che era stata vista come una apertura, magari come un menefreghismo, una
mancanza di senso di responsabilità, espresso attraverso un lassismo bonario,
una licenza data perché non ci si sporcavano le mani.
Cambiare
la memoria. Lo Spirito Santo ha la capacità di cambiare la nostra lettura del
passato.
E
come umanamente succede che uno ogni tanto resetta la lettura di certi fatti,
lo Spirito Santo può togliere dal fondo del nostro essere certi punti neri che
ci portiamo dentro / certe macchie che portiamo nella nostra anima / la lettura
disperata di certi fatti, aprendoci la luce dell’amore di Dio, riconciliandoci
con certi errori fatti e aprendoci al perdono verso gli errori altrui.
Far
ricordare qualcosa che è diverso, far comparire l’altro alla nostra memoria
cogliendo sfumature e verità che uno non aveva visto nella propria esperienza.
È
la riconciliazione con la propria storia, che non è ingoiare un fatto a forza
perché uno lo deve accettare, ma finalmente leggerlo secondo la prospettiva più
ricca e più autentica della Provvidenza di Dio, finalmente leggerlo con nuovi parametri,
con nuovi occhi, con nuovo cuore, e scoprire che tutto è grazia. E scoprire che
anche le cose che avevamo rifiutato della nostra vita sono potenzialità. E
scoprire che c’è Qualcun Altro che stava operando nella nostra vita, che dietro
a ciò che ci capitava c’era una regia di amore. E resettare la nostra memoria.
Di
quello che abbiamo detto ognuno dovrebbe trovare la sua personalizzazione, che
va fatta nella preghiera, nel dialogo, nella direzione spirituale, nel cammino
di fede.
Dovete
scegliere di andare avanti con qualche cosa che dà un cammino di novità, di
cambiamento, di evoluzione della vostra persona.
Nessuno
può veramente lasciarsi lavorare dallo Spirito Santo, finché non comincia
seriamente a mettere in discussione la propria lettura del passato, a
contestare le assolutizzazioni che ha di sé, degli altri, della propria
infanzia, di come la vita è andata avanti.
Lo
Spirito Santo ha molto da insegnarci a proposito di quello che ci è successo.
Uno dei suoi compiti fondamentali è venire a resettare la nostra lettura del
passato, il modo in cui le cose, i fatti, le persone, ci vivono dentro, a
modificare in positivo la percezione che abbiamo di noi stessi. A cambiarci
come persone, a farci diventare quello che siamo realmente.
Quando
cominciamo a leggere il nostro passato in modo diverso, cambiamo, siamo
diversi, siamo persone riconciliate.
Lo
Spirito Santo conduce la nostra vita, secondo una novità, una bellezza, un buon
fine, una gioia, inaudite, che abbiamo da scoprire.
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