Il sacramento
della Confermazione (Cresima) è il secondo sacramento dell’iniziazione, dopo il
Battesimo.
Cercheremo di
vederlo partendo dalla prassi. Mentre il Battesimo presenta una serie di riti,
per la Confermazione abbiamo un rito più semplice, che però è più complesso nel
suo significato.
Vedremo la
liturgia della Parola. Si celebra all’interno della Santa Messa. A preparare il
rito sono l’ascolto dell’AT e del NT.
Quindi
parleremo dello Spirito Santo, della sua ricezione e della sua opera in noi,
attraverso i testi del rituale.
Quindi
passiamo a vedere le persone che sono coinvolte, gli atti che vengono compiuti:
La prima cosa che si fa è la professione di fede (quindi vedremo come la fede
deve essere professata all’interno del sacramento).
Questo è
l’unico sacramento, per noi occidentali, che richiede ordinariamente la
presenza di un vescovo.
La Chiesa
auspica che almeno un sacramento nella vita te lo dia il vescovo.
E questo ci fa
capire la prospettiva intrinseca in questo sacramento della piena
incorporazione nella Chiesa.
Quindi dovremo
parlare un po’ della Chiesa e dei suoi sacramenti, in riferimento a questo
sacramento.
Quindi
entreremo nel rituale.
Il rituale
implicherà un’imposizione delle mani e un’unzione, che sarà il cuore di questo
percorso, per vedere la bellezza di questo sacramento, che termina con un gesto
di pace.
Lo Spirito Santo
Per parlare di
una persone come facciamo? Non è che ci mettiamo a leggere e spiegare le sue
analisi del sangue.
Raccontiamo
cosa ha fatto, come reagisce, come risponde alla vita.
Per parlare
dello Spirito Santo abbiamo bisogno di capire che cosa fa, come agisce, come
opera.
Per parlare
della Santissima Trinità parliamo delle operazioni, dei ruoli: Il Padre, non
c’è Padre senza Figlio. E il Figlio è Figlio di, non c’è figlio senza padre.
Lo Spirito
Santo invece cosa fa?
Al candidato
alla Confermazione prima di tutto si comincia a parlare della Parola di Dio.
Perché la Parola di Dio annuncia lo Spirito Santo, parla dello Spirito Santo.
Durante il
rito il vescovo farà una preghiera:
“Dio Onnipotente, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che hai generato
questi tuoi figli dall’acqua e dallo Spirito Santo, liberandoli dal peccato,
infondi in loro il tuo Santo Spirito Paraclito, Spirito di Sapienza e di
Intelletto, Spirito di Consiglio e di Fortezza, Spirito di Scienza e di Pietà,
e riempili dello Spirito del tuo Santo timore. Per Cristo nostro Signore”.
In questa
preghiera che il vescovo fa all’interno del Sacramento viene citato un testo
del profeta Isaia, che è il testo principe che viene consigliato dalla Chiesa
all’interno della liturgia che non abbia in coincidenza una festa importante
con letture proprie.
Is 11
fa un elenco dei doni dello Spirito che deve arrivare. Il Messia arriverà e
avrà questi doni. Da non confondere con i frutti, che sono i risultati. I doni
sono regalati subito, a differenza dei frutti dello Spirito Santo.
Questi doni
hanno un ordine. Attraverso questi doni possiamo capire qualcosa su chi è lo
Spirito Santo, come agisce.
Lo Spirito
Santo è una Persona. Con cui si stabilisce una relazione. Opera
in noi, non secondo una categoria quantitativa, ma qualitativa. Io non ho più o
meno Spirito Santo, entro in relazione con una Persona più o meno. Sono
maggiormente o meno in relazione con Lui.
Se lo Spirito
Santo entra in me, mi da delle “cose”.
Partiamo
dall’ultimo e via via verso il primo che è il più grande.
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